Si sente spesso parlare di certificazioni IP per i nostri smartphone e dispositivi wearable (indossabili, come smartwatch e smartband); con l’uscita di una quantità sempre maggiore di modelli dotati di tale caratteristica l’argomento risulta certamente attuale: ma cosa significano nel dettaglio le numerazioni? Qual è ad esempio la differenza tra una certificazione IP67 e IP68? E cosa dire dell’ultima arrivata IP69? L’argomento è più complesso di quel che ci si potrebbe immaginare, in questa sede cerchiamo di fornire tutte le risposte, sperando di risolvere i vostri dubbi sulla questione.
Indice:
Video approfondimento sulla certificazione IP sugli smartphone
Cos’è lo standard IP e chi lo ha stabilito?
IP sta per Ingress Protection, protezione dall’ingresso di acqua e solidi e si esprime con due numeri, il primo va da 0 a 6 e indica il grado di resistenza di un oggetto all’intrusione di solidi, il secondo da 0 a 9 indica la protezione contro i liquidi. Quando l’indicazione include una “X”, ad esempio IPX6, significa che per quella parte (cioè solidi o liquidi) non è stato eseguito il test, di solito perché sarebbe stato poco attinente con il tipo di prodotto o poco significativo per l’ambito di utilizzo previsto.
L’obiettivo dello standard IP è quello di fornire informazioni precise e dettagliate al consumatore, regolamentando l’uso di termini eccessivamente vaghi, come ad esempio la dicitura “impermeabile” o “resistente alla polvere” (per quanto tempo? a che profondità? per quale dimensione di particelle?).
L’origine della classificazione IP risale al 1976, quando è stato pubblicato lo standard IEC 60529: un lunghissimo documento che contiene ogni dettaglio sulla classificazione IP (cosa significa, come vengono eseguiti i test, quali sono i criteri per ottenere un determinato rating). È stato redatto dal TC IEC 70, un comitato tecnico che comprende membri da 22 nazioni e altri 15 membri come osservatori, e fa parte dello IEC (International Electrotechnical Commission) cioè, organizzazione per la redazione e pubblicazione degli standard internazionali per l’elettronica e le relative tecnologie, fondata nel 1906.
Negli anni lo standard ha subito varie integrazioni e revisioni, l’ultima nel 2019. Le seguenti tabelle riassumono il grado di protezione IP per solidi e liquidi, con le relative caratteristiche di resistenza.
Prima cifra: solidi
Livello | Entità della protezione | Efficace contro |
---|---|---|
0 | non protetto | nessuna protezione contro il contatto e l’ingresso di oggetti solidi |
1 | >50 mm | qualsiasi grande superficie del corpo, come il dorso di una mano |
2 | >12,5 mm | dita o oggetti di dimensione simile |
3 | >2,5 mm | attrezzi, utensili e fili spessi |
4 | >1 mm | la maggior parte dei cavi e delle viti |
5 | protetto parzialmente dalla polvere | la polvere non deve penetrare in quantità sufficiente ad interferire con il normale funzionamento dell’apparecchio |
6 | totale protezione dalla polvere | nessun ingresso di polvere |
Seconda cifra: liquidi
Livello | Entità della protezione | Efficace contro |
---|---|---|
0 | non protetto | nessuna protezione contro liquidi |
1 | gocce d’acqua | gocce d’acqua che cadono in verticale non devono danneggiare l’apparecchio |
2 | gocce d’acqua quando inclinato a 15 gradi | gocce d’acqua che cadono in verticale non devono danneggiare l’apparecchio quando vi è un’inclinazione di 15 gradi |
3 | spruzzi d’acqua | acqua spruzzata (spray) e angoli fino a 60 gradi non devono danneggiare l’apparecchio |
4 | schizzi d’acqua | schizzi d’acqua da qualunque direzione non hanno effetti negativi |
5 | potenti getti d’acqua | acqua spruzzata con getti con un ugello (6,3 mm) da qualunque direzione non hanno effetti negativi |
6 | immersione fino a 1 metro per 30 min | acqua spruzzata con getti con un ugello (12,5 mm) da qualunque direzione non hanno effetti negativi |
7 | immersione fino a 1 metro per 30 min | immersione ad un metro di profondità per 30 minuti non ha effetti negativi |
8 | immersione superiore al grado 7 | immersione oltre un metro per almeno 30 minuti non ha effetti negativi |
9 | spray di acqua calda ad alta pressione | acqua spruzzata con getti con un ugello da ogni direzione alla pressione di 80-100 bar alla temperatura di 75-85 °C per 3 minuti |
Per una comprensione esaustiva potrebbe essere utile anche farvi presente che in alcuni casi possono essere utilizzate una o due lettere opzionali aggiuntive (A, B, C, D e H, M, S, W); queste servono a fornire maggiore precisione e a indicare il grado di protezione contro l’accesso a parti pericolose o relative alla protezione del materiale. In riferimento alle certificazioni IP di smartphone, queste non vengono però utilizzate.
- A : protetto contro l’accesso con la mano;
- B : protetto contro l’accesso con un dito;
- C : protetto contro l’accesso con un attrezzo;
- D : protetto contro l’accesso con un filo/cavo.
- H : adatto per apparecchiature ad alta tensione;
- M : testato contro l’acqua quando sono in moto le parti mobili;
- S : testato contro l’acqua quando non sono in moto le parti mobili;
- W : adatto all’uso in condizioni atmosferiche specificate e dotato di misure o procedimenti addizionali.
Il grado IP69k, che talvolta viene associato a smartphone e indossabili, in realtà fa parte della norma ISO 20653 che è stata sviluppata per indicare la resistenza specifica ad acqua, polvere e getti di pressione ad alta temperatura nei veicoli.
La certificazione IP su smartphone e indossabili
Avete visto che la nomenclatura ufficiale IP offre moltissimi casi diversi, volendo però rimanere all’interno dell’ambito tecnologico vediamo qualche esempio pratico per le sigle più utilizzate. Prima però chiariamo una questione importante a volte sottovalutata dagli utenti; la resistenza all’acqua si riferisce all’acqua dolce; immergere uno smartphone certificato IP68 nel mare potrebbe portare comunque a danni per il dispositivo: il sale è infatti corrosivo, quindi attenti a quello che fate.
IPX4
Spesso è una certificazione attribuita a cuffiette true wireless o smartband e smartwatch. Garantisce che il dispositivo è dotato di guarnizioni contro l’intrusione accidentale di liquidi: spruzzi, goccioline di sudore, qualche goccia di pioggia, non è quindi protetto per le immersioni, seppur brevi. La X indica che non è stata valutata la resistenza alla polvere.
IPX7 e IPX8
Anche qui rimaniamo nel campo degli indossabili. Nel caso di certificazione IPX7 avrete un prodotto che può essere immerso per 30 minuti ad una profondità di 1 metro, nel secondo caso la durata è di 1 ora e la profondità di almeno 3 metri. In entrambi i casi si tratta di dispositivi che possono essere utilizzati per la pratica del nuoto in piscina. Molto spesso, specialmente per gli orologi, viene aggiunta un’indicazione sulla profondità massima, ad esempio 5 ATM (50 metri) o 10 ATM (100 metri).
IP52 e IP53
Anche questa certificazione si trova facilmente su strumenti tecnologici, compresi gli smartphone. La definizione ufficiale è poco chiara ma all’atto pratico significa che l’utente ha una certa garanzia di qualità costruttiva elevata, il prodotto può sopportare ambienti umidi e polverosi ma senza esagerare, non può essere immerso ed è meglio non esporlo per lungo tempo sotto la pioggia.
C’è da dire che tendenzialmente tutti i telefoni di ultima generazione offrono un certo grado di protezione da polvere e liquidi, pur non essendo certificati con standard IP. Questo perché hanno scocche chiuse a livello industriale con colla e accoppiamenti precisi, molto spesso poi sono dotati di guarnizioni specifiche in corrispondenza degli altoparlanti, microfoni e porte audio o di ricarica.
È sufficiente estrarre il carrellino per le SIM per verificare la presenza di una guarnizione, se è presente è già un ottimo indizio di qualità costruttiva elevata.
IP67
Questa certificazione è largamente utilizzata per gli smartphone di fascia medio alta e per i wearable. Sulla carta i dispositivi sono protetti contro l’intrusione di polvere e di acqua fino ad una profondità tra 15 cm e 1 metro per un tempo di 30 minuti.
Alcuni esempi di smartphone con certificazione IP67 sono Samsung Galaxy A56 e Samsung Galaxy A36:
Migliori Offerte - Samsung Galaxy A56
Migliori Offerte - Samsung Galaxy A36
IP68
Sono più che altro gli smartphone premium a potersene fregiare, promette la resistenza totale ad acqua e polvere per un tempo di almeno 1 ora e una profondità di almeno 3 metri. Per i wearable spesso viene indicata anche la profondità massima raggiungibile, o meglio, la pressione massima sopportabile che equivale ad una determinata profondità (5 ATM, 5 BAR, cioè 50 metri di profondità; 10 ATM, 10 BAR, cioè 100 metri di profondità).
Alcuni esempi di smartphone con certificazione IP68 sono Samsung Galaxy S25 e Google Pixel 9:
Migliori Offerte - Samsung Galaxy S25
Migliori Offerte - Google Pixel 9
IP69
È la certificazione più estrema nel panorama degli standard di protezione IP, ed è raramente adottata nel mondo degli smartphone e wearable, ma può comparire su dispositivi rugged o accessori pensati per ambienti industriali o utilizzi professionali particolarmente gravosi.
Il numero 6 conferma la massima protezione contro la polvere, totalmente sigillato contro qualsiasi tipo di particolato solido.
Il numero 9 indica che il dispositivo può resistere a getti d’acqua ad alta pressione e temperatura elevata, ad esempio quelli generati da idropulitrici industriali. Nello specifico, viene testato con spruzzi d’acqua a 80-100 bar di pressione, a 80°C, provenienti da differenti angolazioni.
Questo standard non riguarda immersioni in acqua, ma piuttosto la capacità del dispositivo di sopportare lavaggi intensi e ambienti estremamente umidi, come stabilimenti produttivi, cantieri, o officine meccaniche. È una certificazione che supera IP68 in termini di resistenza meccanica all’acqua sotto pressione, anche se non implica automaticamente una maggiore profondità di immersione.
Alcuni esempi di smartphone con certificazione IP69 sono sono Realme 14 Pro+, POCO X7 Pro e Honor Magic 7 Pro:
Migliori Offerte - Realme 14 Pro+
Migliori Offerte - POCO X7 Pro
Migliori Offerte - HONOR Magic7 Pro
Attenzione alla garanzia
Un ultimo paragrafo vogliamo dedicarlo al rapporto tra certificazione IP e garanzia o assistenza. Bisogna infatti essere consapevoli che la certificazione IP è un’indicazione utile per l’utente, ma non è spendibile per far valere la garanzia nel caso di intrusioni di acqua e polvere nel dispositivo. Le case, in modo più o meno esplicito vanno ad avvertire l’utente, nella foto a seguire potete leggere una “postilla” di Google per i suoi Pixel. La prendiamo come esempio virtuoso di trasparenza:
Sugli smartphone, generalmente, appena al di sotto del carrellino SIM, i produttori inseriscono un piccolo rettangolo argento chiamato LCI. Qualora il dispositivo dovesse entrare a contatto con un liquido, l’indicatore cambierà colore verso il rosso evidenziando quindi l’intrusione di liquidi. I motivi per cui uno smartphone IP67 o 68 possa entrare a contatto con liquidi internamente possono essere molteplici: una caduta, che va a danneggiare in qualche modo le guarnizioni o a fessurare le chiusure con colla, oppure il normale utilizzo con sbalzi termici anche importanti che vanno a modificare la struttura chimica di colle, adesivi e guarnizioni. Infine, molto banalmente, l’utilizzo improprio da parte dell’utente che non rispetta le specifiche di resistenza e le raccomandazioni del costruttore.
Nello sfortunato caso in cui il vostro smartphone, seppur certificato IP67 o IP68, si riempia d’acqua e non funzioni più, l’assistenza non avrà modo di accertare i motivi per cui lo smartphone si è danneggiato e sarà obbligata a presupporre un utilizzo improprio da parte dell’utente, e di conseguenza vi farà pagare l’intervento. Questo non è sempre detto, in particolare per alcuni wearable specifici per le immersioni o per il nuoto, laddove ci sia anche l’indicazione della profondità massima raggiungibile, oppure specifici casi di prodotto in cui l’azienda costruttrice specifica la sostituzione in garanzia per questo o altro tipo di danno accidentale.
Proprio per tali motivazioni, alcune case preferiscono non sottoporre i propri prodotti agli standard IP, ma si limitano a comunicare la resistenza all’acqua o un’ottima qualità costruttiva, risparmiando il costo per ottenere la certificazione e ponendosi in modo più trasparente con gli utenti.
Considerazioni finali
Quanto abbiamo espresso in questo approfondimento non vuole demonizzare la certificazione IP, è piuttosto una constatazione della situazione di fatto, che ci obbliga ad una presa di coscienza nel momento in cui valutiamo l’acquisto di un nuovo dispositivo. La certificazione deve essere interpretata come una garanzia oggettiva di qualità costruttiva, ma non come una garanzia assoluta di impermeabilità all’acqua e alla polvere. Su questo alcuni brand sono molto trasparenti, altri invece giocano di più sul marketing.
Siamo giunti dunque alla conclusione della nostra disamina sulle certificazioni IP; speriamo di essere stati il più chiari e precisi possibile, ma non esitate ad esprimere domande e dubbi sull’argomento nel solito box dei commenti. Ritenete l’impermeabilità un fattore fondamentale in fase di acquisto di uno smartphone o non la ritenete una caratteristica così importante?